Cosa si intende per vino biologico

Cosa si intende per vino biologico? Biologico è un parola che non fa più paura e che non fa strizzare gli occhi come dieci anni fa. C’era però qualcuno che fa ancora confusione tra vini biologici, biodinamici e naturali. Comprensibile, non è facile barcamenarsi fra teorie e pratiche del vino.

Un vino biologico è stato coltivato in maniera biologica, il che richiede ai vignaioli di non usare alcun prodotto chimico.

Con le parole “vino biologico” si introduce così un prodotto ottenuto dalla coltivazione dell’uva con metodi biologici che sono regolamentati (e quindi riconosciuti) in Italia da pratiche specifiche. È estremamente difficile che un vino sia 100% bio, o almeno il bio da dizionario, sebbene alcune sostanze (come ad esempio i solfiti) siano comunque consentite. Attenzione però che almeno il 95% del prodotto deve essere composto da uve.

Nell’ultimo anno, in Italia, la necessità di un’agricoltura sostenibile e la pratica dei metodi colturali biologici, basati sulla volontà di evitare prodotti chimici sia sulla terra che sui frutti, ha dato vita a un sistema fiorente che ha trovato riscontro anche in termini commerciale.

Il principio del biologico viene così applicato alla viticoltura, attenta alla salvaguardia degli equilibri naturali del vigneto e dell’ambiente circostante, finalizzata a mantenere fertile il suolo attraverso la promozione di processi naturali biologici e sistemi chiusi. Fino al 2012 il vino biologico era un prodotto ottenuto da uve certificate come coltivate biologicamente. Per avere il diritto di chiamare la tua uva “biologica”, devi seguire un catalogo che vieta l’uso di pesticidi, erbicidi, fertilizzanti artificiali e OGM o di tutti i prodotti chimici. Le uve sono certificate “biologiche” solo se aderiscono a questi dettami. Nel febbraio 2012, l’UE ha deciso di inasprire questi regolamenti sull’agricoltura biologica. In base a queste nuove regole, la quantità massima di solfiti è ridotta di un terzo rispetto all’agricoltura convenzionale. Inoltre, sono consentiti solo additivi biologici certificati, come lievito e zucchero, mentre è bandito l’acido malico.